Gennaio è il mese di potatura secca nella vigna Sancrispino. Questa operazione segna la ripresa dei lavori nei filari ed è l’unica che va effettuata durante la fase di quiescenza invernale della pianta. Ma perché proprio questo mese? E come si distingue dalla potatura “verde”?

L’importanza della potatura.

La potatura è una fase fondamentale e determinante nella storia di una vigna. Attraverso la potatura si decide il futuro quantitativo e qualitativo della produzione.

La potatura consente anche di mantenere la forma della pianta impostata durante la fase di allevamento.

Perché la potatura secca a gennaio.

Gennaio è il mese prescelto per la potatura secca perché in inverno la pianta avrà perso tutte le foglie, essendo entrata nel riposo invernale. La quantità di gemme lasciate per pianta andrà ad incidere sulla quantità di grappoli prodotti. Naturalmente il mese di potatura secca può cambiare a seconda del clima e del tipo di vitigno. Nel nord dell’Italia i mesi migliori sono gennaio e febbraio.

La potatura “verde”.

La potatura estiva o “verde” mira a creare e mantenere condizioni ottimali per lo sviluppo e la maturazione dei grappoli. Questa fase include almeno tre – quattro interventi sulla vite: la spollonatura, la scacchiatura, la cimatura e la defogliazione.

La spollonatura prevede la rimozione dei succhioni, ossia dei germogli che si formano lungo il fusto e si pratica nei mesi primaverili. La scacchiatura va fatta nello stesso periodo e prevede la rimozione dei germogli che risultano in sovrannumero o deboli. La cimatura invece viene praticata a fine primavera se prevede il raccorciamento dei tralci. Con la defogliazione si sfoltisce la chioma, favorendo penetrazione di luce e aria al suo interno.

Potatura lunga o corta.

In base alla forma di allevamento la potatura potrà essere corta o lunga. La corta consiste nel lasciare sul cordone (prolungamento del ceppo della vite) degli speroni (brevi porzioni di tralcio) di 2-3 gemme. La lunga è invece legata a forme di allevamento come il Guyot, la Pergola, il Sylvoz ed il Doppio Capovolto. Qui vengono lasciati uno o più tralci di lunghezza variabile con almeno 8 e 15 gemme. I tralci da lasciare con la potatura sono quelli ben lignificati e di medio sviluppo, da preferire a quelli troppo esili e a quelli eccessivamente sviluppati.

Gli strumenti per la potatura.

Lo strumento principale sono le forbici ricurve, le stesse utilizzate durante la vendemmia, oppure le forbici a doppia lama piatta, molto diffuse.

La cosa fondamentale è che si tratti di forbici ben tenute: il taglio deve essere netto, senza sbavature al fine di non rovinare il ramo. È bene inoltre, utilizzare uno strumento pulito per evitare la contaminazione della pianta con funghi o malattie.

potatura secca della vigna